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trap

TRAP
FLEBOTERAPIA RIGENERATIVA

Gloria Teresa Leonardi, chirurgo vascolare presso la nostra struttura.

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L’acronimo TRAP sta per Tridimensional Rigenerative Ambulatory Phlebotherapy. Ecco la parola rigenerativo trae un po’ in inganno perché in realtà non è una vera rigenerazione della vena. La TRAP non fa tornare la parete venosa come prima del danno (cioè prima che si sfiancasse e dilatasse). Si potrebbe dire piuttosto che se ne ripristina la funzione: cioè, nella migliore delle ipotesi, diminuendo il calibro delle vene, le valvole si riavvicinano, tornano a “combaciare” e non si ha più reflusso del sangue verso il basso (che è il vero problema). Ma ovviamente dire che è rigenerativa, fa pensare che venga realmente curato il danno e ripristinata la struttura originale. Sarebbe un po’ come dire che se noi correggiamo delle rughe con dei filler facciamo tornare la pelle come quella di una persona giovane o che avere una protesi di ginocchio è come avere un ginocchio sano. Ciò che ci si può aspettare dalla TRAP è che le vene non si vedano più e che in alcuni casi ritornino funzionanti ma la struttura della parete non è ovviamente quella originale.

meglio curare una vena che toglierla… (e sottinteso: perchè quella vena serve per il drenaggio e quindi è meglio salvarla): in questo video kato all’inizio spiego i vantaggi di “restringere” una vena rispetto all’eliminarla: questo ha dei vantaggi che descrivo in questo video, ma NON sicuramente il fatto che si migliora il drenaggio perché il drenaggio dipende da molte strutture, alcune nemmeno vascolari, come i muscoli del polpaccio. Sarebbe come dire che migliorare la viabilità di Rovereto* migliori i problemi di traffico in Italia (* …la viabilità di Rovereto è la peggiore abbia mai sperimentato!)

Ridurre il calibro di una vena varicosa ha dei vantaggi soprattutto nei risultati a lungo termine (soprattutto per la ricomparsa di capillari), ma in termini di riduzione della stasi di liquidi, non c’è molta differenza fra eliminare una varice refluente o eliminarne il reflusso.

3. Infine. si possono “curare” tutte le vene, comprese le safene: premetto che per quanto riguarda questo mito, mi affido alla mia esperienza per 3 motivi

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Primo: innanzitutto la TRAP si fa con una sostanza che potrebbe essere usata anche come sclerosante, ma viene diluita significativamente per ridurne il potere sclerosante (lo scopo non è quello). Dal momento che le safene, soprattutto la grande safena, è già difficile trattarle con la scleroterapia classica, mi sembra un tantino ottimistico pensare che i tronchi safenici possano rispondere alla TRAP (a meno che non si facciano letteralmente decine e decine di sedute con iniezione DIRETTAMENTE nella vena).

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Secondo: ho visto più volte Pazienti che si sono sottoposte per anni a TRAP con varici sostenute da una vena grande safena non funzionante. in alcuni casi l’aspetto estetico era ottimo, ma all’ecocolordoppler la safena risultava ancora refluente (con persistenza dei sintomi, come era lecito aspettarsi)

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Terzo: chi opera o fa sclerosanti delle safene, deve sempre avere un’ecografo perchè, pur facendo facendo parte del circolo superficiale, le vene safene non sono, nella quasi totalità dei casi, visibili senza ecografo: nella chirurgia endovasale (laser radiofrequenza etc…) imparare a pungere correttamente la vena è la parte più difficile, per noi è un costo e un’incombenza non da poco. Non tutti i colleghi che fanno TRAP dicono di poter trattare la safena, ma i Colleghi che lo fanno, sostengono di farlo con la lampada a transluminescenza…. ne parlerò fra poco, ma NO, NON è POSSIBILE pensare di fare trattamenti direttamente sulle safene con la sola lampada a transluminecenza!

Per concludere: per me la TRAP è stata una piccola rivelazione. Conoscerla mi ha, non solo dato uno strumento in più per trattare le Pazienti, ma anche qualche idea per migliorare la scleroterapia. Ai Pazienti che mi chiedono se possono andare anche da un medico estetico e ai colleghi medici estetici che mi hanno chiesto qualche dritta, ho sempre detto di fare sempre un ecocolordoppler prima e se le safene sono a posto, procedere. Ovviamente se ci sono condizioni particolari (trombofilia, postgravidanza etc..) valuterei di sentire prima il medico di base, che valuterà se siano necessari prima altri accertamenti.

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Dott.ssa Gloria Teresa Leonardi

 

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